2015/2016
Argot produzioni
UN CASTELLO NEL CUORE
TERESA D'AVILA
di Michele Di Martino
Consulenza fonti Antonio Maria Sicari e Fabio Silvestri
musiche originali Luciano Vavolo
voce e canto Fabrizio Checcacci, Alessia Spinelli, Maurizio Panici
impianto scenico Carlo Bernardini
costumi Lucia Mariani
disegni Laura Riccioli
elaborazioni grafiche visuali Andrea Giansanti luci Roberto Rocca
regia Maurizio Panici
Un allestimento fortemente innovativo e pieno di suggestioni per questo spettacolo che ci vuol condurre alla scoperta di una delle figure femminili più significative della storia della Chiesa. Quello di Teresa è un viaggio affascinante anche per l’uomo contemporaneo, alla ricerca del sacro e dell’incontro con Dio nel quotidiano che lo circonda, spesso oscuro, ed illuminato solo da piccole epifanie fulminanti e rari momenti di grazia.
Una ricerca ancora più sentita e attuale in un tempo "liquido” come il nostro, che sembra negare continuamente una visione di futuro, costringendoci ad un eterno presente, spesso svuotato,superficiale ed opprimente. Uno spettacolo che parla della bellezza e della grazia, ma anche del lavoro e delle fatiche per conquistare una consapevolezza che ci renda finalmente liberi dal quotidiano che ci affanna e ci indebolisce. Una storia che ci accosti ad una dimensione spirituale superiore.
Entrando ad Avila
Pamela Villoresi
Dal giorno in cui per la prima volta, capitai ad Avila, nel 1980, con una tournée del Piccolo Teatro, e vidi Teresa, volto al cielo, all' ingresso del borgo e delle sue chiese, col marmo bianco che spiccava vivo e luminoso sullo sfondo di rocce rosse, capii che era avvenuto un incontro, che da lì iniziava, per me, un cammino. Mi misi a studiare: parole belle e difficili! Non mi sentivo pronta ad afferrarne la vastità, ma ne rimanevo irrimediabilmente attratta. Riprovavo dopo qualche anno e ogni volta scoprivo qualcosa in più, ma altro si celava. L'opera di questa donna piena di fede, amore, forza, umiltà e coraggio, mi metteva davanti alla mia inadeguatezza. Mi sentivo (come lei stessa descrive) ancora fuori dal castello interiore, dal diamante; ne intravedevo solo la luce e la complessità: la via era nebulosa ma non aveva ritorno.
Per tanti anni, ripetutamente, ho cercato di far scrivere il testo da eccellenze letterarie di tutto il mondo (mi diceva Mario Luzi: “Davanti a Teresa mi casca la penna di mano!”), trovare una produzione, teatri e impresari in grado di capire e accettare la scommessa di un progetto che parlasse dell'anima. Dinieghi, intoppi... Non riuscivo a chiudere l'operazione, tutto mi sfuggiva e mi stavo perdendo d'animo. Finché i Carmelitani di Brescia (padre Fabio Silvestri e padre Antonio Sicari) non mi hanno commissionato lo spettacolo su Teresa D’Avila. E all'improvviso tutto ha cominciato a comporsi, grazie anche alla loro preziosa collaborazione. Oggi abbiamo il testo in versi di Michele Di Martino, la regia di Maurizio Panici, la produzione dello Stabile di innovazione di Orvieto, la collaborazione del Metastasio Stabile della Toscana e quella del Teatro Argentina Stabile di Roma ... e tante, tante richieste. Comincia l'avventura. Stiamo per presentarci all'appuntamento dei suoi 500 anni.
Le prove si svolgono in modo anomalo, nessuna soluzione arriva dal solo pensiero, il mestiere ci porta solo sulla soglia delle sue “Moradas”. Scopriamo l'arte dell'attesa, più spesso che parlare ascoltiamo. La nostra professionalità è chiamata a rendersi disponibile senza intervenire. E quando ci sembra di aver trovato una soluzione scenica giusta, non dobbiamo far altro che pulirla di qualsiasi orpello. Tutto dev'essere semplice, sincero, assoluto. Che occasione!
Ora cerco un po' della sua luce per riuscire a interpretarla viva, forte, umile... insomma per renderla al meglio della sua straordinaria Grazia e Potenza.