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LAGAZZALADRA srl
LA MATASSA E LA ROSA Oratorio per Edith Stein
di Giuseppe Manfridi
Diretto e interpretato da Pamela Villoresi
e con Sabina Vannucchi
Musiche composte ed eseguite dal Maestro Luciano Vavolo
per trio strumentale: clarinetto, chitarra, violino
per orchestra (14 elementi):
soprano, mezzo soprano, clarinetto, violino, orchestra d’archi
NOTE DI REGIA
Il nazismo fece scempio di tanti Uomini e Donne di Fede, ma non riuscì ad oscurare, a distruggere i loro alti valori religiosi e morali. Ciò che è più interessante, nel proporre uno spettacolo su Edith Stein, non è certo stabilire la superiorità di una dottrina rispetto ad un’altra, bensì poter riflettere e partecipare ad uno scontro dialettico e costruttivo su discipline e percorsi diversi per raggiungere la Luce, ma ugualmente opposti alla logica del buio, del potere, della diseguaglianza, della violenza e della morte che sono state proprie del nazismo.
Lo spettacolo è un oratorio dedicato alla vita, alla fede, al martirio di Edith Stein: ebrea di nascita, convertita al cattolicesimo, allieva e poi assistente di Husserl, carmelitana, fu deportata ed entrò nella camera a gas del lager di Auschwitz nel 1942. Prima di esservi tradotta, Edith Stein fu ospite per pochi giorni nel campo di smistamento di Westerbork, in Olanda. Nello stesso periodo, per circa un anno, vi fu costretta anche Etty Hillesum, giovane scrittrice ebrea, con la sua famiglia.
Pare che le due si siano veramente incontrate nell’agosto del 1942 (pochi giorni prima della deportazione ed uccisione di Edith Stein) ma cosa si siano dette nessuno lo sa.
Ecco, proviamo ad immaginare di essere per un’ora in prigionia con loro e di poterle ascoltare mentre parlano sottovoce.
Testimonianza della loro luminosa esistenza, che nel tenebroso evento vissuto dall’Europa dominata dal nazifascismo, hanno liberato lo spirito che in loro gemeva e cantato un canto nuovo alla bontà, alla fede, alla vita, a dio.
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