LAGAZZALADRA srl
LA TRAGEDIA DI DIDONE
di Michele Di Martino
Diretto e interpretato da Pamela Villoresi
Musiche di Mario Modestini
per orchestra
NOTE DI REGIA
Nel libro quarto dell’Eneide l’insorgente passione di Didone nei confronti di Enea viene descritta come tremenda “ferita”, vulnus che ammorba e consuma: il sentimento d’amore della donna regina di Cartagine si manifesta drammaticamente, infiamma ed è inesorabile, irreversibile.
La fatale vicenda è una vera e propria “tragedia”, inserita da Virgilio nel corpo del poema: una tragedia di canto e movimento, appunto, sul crudele, ineluttabile male d’amore. Ed è questo vulnus il filo conduttore della trama, cardine e nucleo di ogni “scena”, perno ed essenza di ogni azione, di ogni sviluppo narrativo.
Didone ama con tutta se stessa, ama in dismisura, ama fino a morirne, vale a dire assolvendosi da ogni eccesso di regina, da tentazioni egotiche, da narcisismi di donna al centro dell’attenzione del mondo. La sua storia è la storia di tanti amori: seduzione e conquista, tradimento ed abbandono, furore e morte: cos’è un vero amore senza storia? Nulla, nient’altro che sgomento, ferita mortale che infetta, annienta senza scampo.
In un’epoca in cui regnano sovrani il cinismo e i sentimenti tiepidi di una borghesia incolta, vogliamo parlare di amore totale, assoluto, nutrire la nostra memoria emaciata di vera poesia: vale a dire di alcuni dei versi più belli dell’Eneide. Versi elaborati da un poeta e un musicista contemporanei che in comunione creativa tenteranno di far suonare le parole e di far parlare le note nella forma artistica del melologo.
L’impianto drammatico sarà classico, ma cercherà di tratteggiare maggiormente la «psicologia» del personaggio di Didone, operando in alcuni momenti una più profonda riscrittura del testo virgiliano.
La pagina letteraria, dunque, si trasferirà nell’atto drammaturgico e musicale nel tentativo di offrire al pubblico una fruizione più diretta dell’arte immortale del genio virgiliano.
Pamela Villoresi, Michele Di Martino