I banchieri di Dio
2002
I BANCHIERI DI DIO
Il caso Calvi

Regia Giuseppe Ferrara
Sceneggiatura di Armenia Balducci, Giuseppe Ferrara
Interpreti Gaetano Amato (boss Romano), Omero Antonutti (Roberto Calvi), Linda Batista, Alessandra Bellini, Bruno Bigotta, Pier Paolo Capponi (Rosone), Italo Dall’Orto, Bruno Gambarotta, Alessandro Gassman (Pazienza), Giancarlo Giannini (Flavio Carboni), Stefano Gragnani, Rutger Hauer (Cardinale Marcinkus), Mario Marchetti, Camillo Milli, Franco Olivero, Vincenzo Peluso (Vittorio), Gian Luigi Pizzetti, Pier Senaria, Pamela Villoresi (Carla Calvi)

Ultimi mesi nella vita di Roberto Calvi, presidente del Banco Ambrosiano – dall'inizio del 1981, quando scoppia lo scandalo della loggia segreta massonica P2 (Propaganda 2) guidata da Licio Gelli, al 17-6-1982 quando viene trovato impiccato sotto il ponte dei "Frati Neri" a Londra. È, nonostante tutto, il miglior film del settantenne G. Ferrara. Pur riconoscendogli a denti stretti il merito, il coraggio e il rischio di aver cercato di colmare un buco nero nella recente storia italiana (la spinosa matassa dei rapporti tra Stato, finanza vaticana e laica, camorra, servizi segreti nazionali e britannici, Opus Dei, P2) la maggioranza dei critici si sono scoperti improvvisamente puri cultori della forma, denunciandone limiti e difetti: taglio cronachistico e declamatorio; didascalismo greve; affastellamento dei fatti; grottesco involontario nella verosimiglianza fisica di molti personaggi, a mezza strada tra il teatrino dei pupi e il museo delle cere. Hanno taciuto, invece, sulle qualità che non si riducono all'ottima e duttile performance di O. Antonutti: capacità di sintesi di una materia complessa e intricata (sceneggiatura del regista e di Armenia Balducci) che si traduce in un ritmo narrativo incalzante, in bilico sull'enfasi frenetica; sagacia nel suggerire la sfida alla morte di Calvi impigliato nella rete dei poteri forti, legali e illeciti, con la loro feroce volontà "di rimettere ogni volta le cose al loro posto e di eliminare le personalità più scomode" (R. Lasagna); coinvolgente descrizione dei suoi rapporti familiari, specialmente con la moglie (l'intensa P. Villoresi). Nell'aprile 2002 fu messo sotto sequestro su denuncia di Flavio Carboni (G. Giannini nel film) che ha dovuto versare una cauzione di un milione e mezzo di Euro. Dissequestrato 2 mesi dopo.