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1985
Compagnia Glauco Mauri
LA DODICESIMA NOTTE
Autore William Shakespeare
Traduzione di Luigi Lunari
Regia di Marco Sciaccaluga
Scene e costumi di Hyden Griffin
di Arturo Annecchino
Interpreti Andrea Tidona, Glauco Mauri (Malvolio), Mino Bellei (Sir Toby), Pamela Villoresi (Viola-Cesario), Giorgio Tausani (Orsino), Salvatore Corbi, Emiliana Perina, Paolo Serra, Felice Leveratto (Antonio)
Prima Rappresentazione Taormina, “Taormina Arte”, Teatro Antico, 1 agosto 1985
Viola e Sebastiano di Messalina, gemelli somigliantissimi, viaggiando per nave fanno naufragio, e l’uno crede l’altro annegato. Viola, tratta in salvo dal capitano, approda nell’immaginaria terra d’Illiria. Per viver sola fuor d’ogni insidia, non trova miglior partito che indossare panni maschili, farsi chiamare Cesario, e prender servizio come paggio presso il duca di quella terra, Orsino. È Orsino un melanconico personaggio, innamorato della contessa Olivia, la quale, rattristata per un lutto recente, respinge le profferte di lui. Viola-Cesario deve far da tramite tra il duca innamorato e la gentildonna ritrosa: spinoso incarico, perché la ragazza-paggio s’innamora del padrone e innamora di sé Olivia. Accanto a questa trama d’ equivoci sentimentali, un’altra se ne snoda, d’equivoci farseschi, nel palazzo d’Olivia, dove fa capo una brigata di buontemponi: lo zio beone Sir Tobia Derutti (così s’è tradotto il volgare nome inglese Belch ), il presuntuoso gentiluomo Sir Andrea Malagota (Aguecheek nel testo) che Tobia per spillargli quattrini lusinga a corteggiare la nipote, un terzo compare, Fabiano, e Maria, camerierina di spirito, e infine il buffone Feste. Tutti costoro ordiscono una comica congiura contro Malvolio, il maggiordomo, sussiegoso tipo di bacchettone, e gli fan credere che la sua padrona Olivia sia innamorata di lui. Lo strambo Malvolio si monta la testa e dà in mattane. Intanto anche il naufrago Sebastiano è sbarcato in IlIiria, salvato da tale generoso Antonio, che, nemico al duca Orsino per certi suoi trascorsi pirateschi, deve tenersi celato. Olivia scambia Sebastiano per il paggio Cesario, lo chiama a sé e si marita a lui in segreto. Sir Andrea, istigato da Tobia, sfida a duello Viola-Cesario che crede suo rivale, ma alla lotta - in cui entrambi i duellanti fanno a chi ha più paura - pone fine Antonio che crede di venire in soccorso di Sebastiano. Antonio viene riconosciuto e arrestato, e invoca l’ aiuto del presunto Sebastiano, che cade dalle nuvole. Si sgrana il rosario dei qui-pro-quo. I gemelli vengono posti di fronte e si riconoscono. Viola sposerà il duca. Olivia e Sebastiano sono di già sposati “ ben contenti.
Tra le commedie di Shakespeare, La dodicesima notte è una delle più sottilmente modulate, tutta tesa su un filo tra il malinconico e il comico, e tutta ritmata come un balletto, in un gioco scenico movimentato ed esatto. Al sospiroso e struggente motivo degli amori impossibili fa contrappunto la schermaglia dei duetti e terzetti e quartetti comici. E l’aura lirica e musicale che pervade la commedia è sottolineata dalle canzoni di Feste il buffone, coi ritornelli semplici e giocosi, nei quali pure l’accento dominante è la malinconia.
Alcuni dei personaggi escono dal calco dei caratteri convenzionali della commedia classica. Viola è una delle più fresche e poetiche tra le donne shakespiriane che sanno dimostrarsi coraggiose e salde pur in tutta la loro incantata femminilità. Malvolio è una caricatura di rigido tutore dell’ austerità e dell’etichetta, a contrasto con la falstaffiana ghiottoneria di Sir Tobia, e la beffa dei compari ne rivela tutta la fatuità. Nerovestito e folle, egli mostra, pur nella sua smorfia di macchietta comica, qualche tratto o accenno che ritroveremo nientemeno che nel tragico Amleto. Quanto a Orsino, il gran signore col cuore pieno di tristezza, già l’abbiamo conosciuto nei panni dell’ Antonio, Mercante di Venezia.
La dodicesima notte o Quel che volete (Twelfth Night or What You Will) fu scritta attorno al 1600, forse per esser rappresentata la sera dell’Epifania ( da ciò il titolo: la notte dell’Epifania è la dodicesima dopo Natale ). La prima notizia che ne abbiamo riguarda una rappresentazione alla festa annuale dei giuristi al Middle Temple, la sera di Candelora (2 febbraio) del 1602. ( Le allusioni legali e dotte che si notano nelle scene comiche potrebbero testimoniare che appunto a un pubblico di baccellieri e giuristi la commedia era destinata). Nella ricerca delle fonti dell’intreccio dei gemelli naufragati (il resto pare tutta farina del sacco di Shakespeare) si risale, attraverso a una novella del Bandello, alla commedia senese cinquecentesca.
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